Peregrinare fra le vette è un’emozione senza prezzo se non quello del sudore.
Diceva Bonatti ”Da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso dentro se stesso. Caotico e rumoroso”. Lassù, fra le nuvole, non applausi dell’arena per scalatori in tenzone con se stessi, non medaglie, ristori e comodi giacigli, solo pietre e uno spicchio di cielo sgombro di ostacoli. Ma la gioia te la porti dentro il cuore ostentata “solo” in un’orazione e una canzone mentre il firmamento, più lontano, ti svela quant’è grande il creato e minuscolo l’uomo che vi si dimena dentro. Lassù, nella purezza delle altezze la poesia nutre il pensiero, lo addolcisce e lo svuota di ogni inutile superbia; sei solo, sei vero, a nulla serve menar vanto e bruciare incenso all’idolo di moda; inganneresti solo te stesso ed i compagni che, tanto, sono poeti come te.
Testo e foto da “Scampoli di Gioia e Poesia” di Elisio Croce