Sfumando i boschi in miriadi di colori la natura annuncia l’autunno; l’acero incendia la foresta. Il silenzio avvolge valli e declivi, gli animali dei monti allestiscono le tane, i torrenti mormorano con maggiore intensità nutriti dalle prime piogge. Un mantello tenue veste i pascoli e le ultime zolle erbose che lambiscono la roccia uniformando i versanti d’alta quota in lande spente e deserte. Un’atmosfera irreale s’accompagna alla brezza che accarezza le foreste per radunare le prime foglie mentre nubi plumbee si rincorrono nel cielo ed il grigiore della bruma s’impone nel vestire la montagna con il suo manto di tristezza. I casolari sui monti esalano olezzi d’abete dai camini e gli ultimi armenti lasciano gli alpeggi per svernare fra le pianure opache ed uggiose. Sere lunghe e silenziose disegnano tramonti purpurei fra le vette spruzzate di bianco; si allungano le ombre sulla valle quieta celata nella foschia. Le nebbie ascendono lentamente nel crepuscolo avvolgendo l’alpe nella malinconia. Si perpetua il riposo della vita.
Testo e foto da “Scampoli di Gioia e Poesia” di Elisio Croce